Il vento del Nord:

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“Il vento del Nord soffia sempre su tutta l’isola e mai da un lato soltanto”, mi disse una sconosciuta all’uscita dell’aeroporto. I capelli mi coprivano il viso e mi andavano negli occhi mentre cercavo di farle un cenno, se non altro per farle capire che avevo sentito il suo commento.

-“Almeno non farà il solito caldo bestiale…”

-“Non è la prima volta a Malta?”

-“No, vivo qui da tre anni…e tu?”

-“Sono maltese, ero in Italia per lavoro, un convengno noioso…piacere di conoscerti, Martha”

-“Piacere mio, Francesca.”

Le feci compagnia su una di quelle panchine al sole su cui a mezzogiorno puoi cuocere le uova e parlammo per una buona mezz’ora. Parlava soprattutto lei, di come da piccola suo nonno le aveva insegnato i nomi del vento, di come l’acqua a Nord dell’isola sia più bella di quella dei Caraibi, che pure le era piaciuta, ma le ricordava un suo grande amore finito male…viaggiavano molto insieme, prima di cominciare a smettere di amarsi.

“E tu, come mai qui?”

Le raccontai di come in Italia, al sud, non sia facile trovare lavoro. E comunque non solo questo…. a Malta puoi vivere più tranquilla, senza preoccuparti troppo di come tornare a casa la sera se sei da sola, senza avvilirti troppo per la quotidianità scandita dai doveri, visto che dopo il lavoro si può andare a mare quasi tutto l’anno. E poi le dissi di quell’amore che un bel giorno andò via senza tornare mai più, ma dopo tutto su quest’isola si è tutti un po’di passaggio e non se ne può fare una colpa a nessuno…

“Io all’amore non ci credo più”

“Però hai amato…”

”l’amore vero non finisce”

“Quindi ci credi”

“Forse, ma non so se troverò mai un’altra persona che ci creda…sai com’è, bisogna essere in due…”

Il vento del Nord ci scompigliava i capelli e portava sulle nostre labbra il sapore salato del mare dell’isola, che in fondo non era poi così diverso dal mare di casa mia e mi faceva sempre sentire meno straniera. Facevo anche io parte di quella gente a cui i genitori insegnavano a nuotare e a camminare dando alle due cose la stessa importanza, a cui il sole non scotta la pelle ma la rende dorata, a cui puoi togliere tutto ma non il mare.

Io e Martha eravamo parte dello stesso popolo, lei aveva gli occhi pieni di tutti i riflessi che aveva visto tuffarsi nel mare, proprio come me, che il mare lo portavo ogni giorno con me perché rendesse le mie giornate più leggere.

E poi entrambe credevamo nell’amore, nonostante tutto, nonstante “bisognasse essere in due” e alla fine ci sembrava sempre di essere le sole ad amare davvero.

Quando ci alzammo dalla panchina per tornare alle nostre rispettive vite pensai di non essere poi così “straniera”.

Dove c’è gente col cuore spezzato che non ha smesso di credere nell’amore e dove c’è un mare capace di alleviare certe sofferenze “casa” non può mai essere così lontana.

5 pensieri su “Il vento del Nord:

  1. Scusami se ti scrivo in ritardo, ma stanne certa che non perdo i tuoi bellissimi scritti che offrono spunti di pura e poetica riflessione. Parlo di poesia perché è la via, il suono magico che ci conduce a comprendere quanto sia inestimabile la nostra vita.
    In questo tuo scritto parli mirabilmente del mare e di quanto ti appartenga.
    Io ho avuto la fortuna di vivere la mia infanzia a Lido di Venezia e la voce del mare mi accompagnava sempre, soprattutto in quei momenti di pura emozione nel quale ascoltavo mio padre che si preparava per i suoi concerti al Teatro La Fenice.
    Ecco…il mare e i nostri sentimenti veri e profondi.
    E finché riusciamo ad ascoltare la voce del mare, vuol dire che crediamo sempre in quel sentimento universale che rende vera la nostra vita.
    Un caro saluto
    Adriana Pitacco

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